Nell’ambito dei processi di adesivizzazione e accoppiatura dei materiali, un altro termine comunemente impiegato è “coating”, che identifica proprio questo tipo di interventi.
Il coating è una lavorazione che può interessare materiali di tipologie anche molto diverse tra loro, come carta e cartone, superfici viniliche oppure metalliche, con l’obiettivo di ottenere prodotti altamente performanti ed estremamente customizzati dal punto di vista estetico.
Anche Graf Adhesive utilizza il coating per i suoi processi di adesivizzazione e accoppiatura di materiali di nuova concezione dedicati alle industrie più diverse, come l’interior design, l’organizzazione eventi, la fotografia professionale, l’illuminotecnica, la nautica, la produzione di elettrodomestici e molte altre ancora.
Vediamo quindi di scoprire qualcosa di più su questo importante processo produttivo.
Perché il coating è così importante nella realizzazione di materiali adesivi evoluti
Quando il coating interessa materiali come il PVC e altri prodotti poliesteri oppure vinilici, specialmente se stampati in tipografia, con stampa a laser o a getto d’inchiostro, oppure utilizzati nel contesto delle arti grafiche, l’adesivizzazione e l’accoppiatura dei prodotti ha prevalentemente lo scopo di realizzare etichette o stampati che possano garantire i più alti standard di resistenza nei contesti più diversi, inclusa la sfidante applicazione su superfici esterne che, per loro natura, potranno essere soggette a sollecitazioni anche molto severe.
Tra queste vanno citate le condizioni atmosferiche variabili, gli sbalzi di temperatura repentini, l’azione dei raggi ultravioletti, il contatto con sostanze che possono accelerare il degrado come smog e sporcizia, e naturalmente la presenza di alti tassi di umidità.
Adesivizzazione e accoppiatura sono inoltre talvolta processi suggeriti quando il committente richiede superfici dotate di marcata trasparenza, oppure estremamente resistenti agli urti e particolarmente robuste.
Come è facile intuire, il coating ha quindi un ruolo essenziale nella produzione di materiali evoluti da impiegarsi in ambiti industriali anche diversi, poiché incrementa le caratteristiche di resistenza e versatilità di applicazione dei prodotti finiti.
Che tipologie di collanti vengono impiegate nell’adesivizzazione e accoppiatura dei materiali?
Per quanto riguarda i tipi di colla da impiegarsi nei processi di coating, la loro scelta dipenderà essenzialmente dalle caratteristiche tecniche del prodotto finito che si desidera ottenere.
Il collante hot-melt è, ad esempio, un adesivo che si ottiene fondendo resine sintetiche e gomme termoplastiche ed è caratterizzato da una buona resistenza fino a temperature di circa 60°C.
Un altro vantaggio che questa colla garantisce è quello dell’ecocompatibilità, poiché è del tutto esente da solventi. Estremamente adesivo, tale collante resiste bene all’umidità ma invecchia rapidamente, non tollera i solventi e mal sopporta gli sbalzi repentini di temperatura.
L’adesivo acrilico a base acqua, composto da resine acriliche in dispersione acquosa che viene fatta evaporare durante la fase di spalmatura, denota invece una buona resistenza al calore, ai solventi e all’usura, ma risulta meno performante in termini di adesività rispetto al collante precedente, oltre che scarsamente in grado di tollerare l’umidità.
Un altro adesivo impiegato nei processi di coating è quello solvente a base gomma naturale e composto da resine disciolte in solvente. Il solvente sarà lasciato evaporare durante la fase di spalmatura, dando vita a un collante mediamente adesivo, normalmente resistente ai solventi ma incapace di sopportare temperature molto elevate. Tuttavia, risulterà molto semplice da rimuovere e potrà essere applicato anche su superfici difficili.
Infine, vale la pena menzionare l’adesivo acrilico a base solvente, che si compone di resine acriliche. Il solvente incluso nella mescola viene fatto evaporare come nei casi precedenti in fase di spalmatura, ottenendo un collante con un’eccellente resistenza al calore, all’usura e all’umidità, oltre che caratterizzato da un buon grado di adesività.
È proprio quest’ultima la tipologia di colla che viene maggiormente impiegata per le applicazioni in outdoor.
Come avviene la produzione di un materiale adesivo
In linea generale, la produzione di un materiale adesivo è composta da due fasi ben differenziate: la prima è la già citata spalmatura, mentre la seconda include il taglio e il confezionamento del prodotto così realizzato.
La spalmatura prevede la vera e propria applicazione dell’adesivo sul supporto, mentre il taglio può avvenire in diverse modalità. Una delle più utilizzate è quella “a lametta”, in cui la bobina di semilavorato viene svolta e il film adesivizzato viene fatto passare nell’area di taglio, dove apposite lamette opportunamente distanziate tra loro provvederanno al taglio secondo le dimensioni concordate.
Il taglio “a forbice” viene invece impiegato per processare semilavorati di marcato spessore e resistenza, che non sarebbero passibili di taglio a lametta classico; mentre il taglio “a foglio” è ideale per realizzare fogli di dimensioni variabili dai 100×100 centimetri ai 50×100 centimetri (eventualmente ridotti di formato a seguito di passaggi di taglio successivo).
Infine, è possibile impiegare il taglio “a pressione”, che prevede l’ottenimento di un nastro chiamato “crush cut”, molto facile da lacerare a mano grazie alla presenza di un bordo seghettato.